La partecipazione alla vita sociale
L' esperienza cristiana non si esaurisce tra la sacrestia e l'oratorio, ma si riversa necessariamente su ogni aspetto della vita dell'essere umano.
Il confronto con gli 'eventi' è la prima e fondamentale occasione di incontro tra esperienza di fede e la vita. Si intende il confronto con ciò che accade, qualunque cosa sia. Poiché sappiamo, per dirla con la maldestra sapienza popolare, che "Non cade foglia che Dio non voglia", (ma è meglio dire con San Paolo che "tutto è di Dio" e che "tutto coopera al bene di coloro che lo amano"), è evidente che gli avvenimenti di questo mondo non sono 'spettacolo', cui possiano assistere curiosi ma certi che non ci riguarda, ma precise provocazioni del Padre che che invita a comprenderli e a svolgervi la nostra parte, come singoli e come comunità. Il cristiano non può dunque non essere informato ("Perché non sapete giudicare questo tempo?"), non può non 'dire la sua' ("Voi siete la luce del mondo"), non può non tirarne le conseguenze ("Non chi dice Signore, Signore, ... ma chi fa la volontà del Padre mio ..."), il tutto, certamente, nella misura dei mezzi che il Padre gli ha assegnato (".. a ciascuno secondo le sue capacità ..").
Nell'ambiente sociale il cristiano trova modo di esercitare la forma più alta e complessa della carità, quella del prendersi cura del bene comune. La parabola del samaritano, ci sembra, non ci esorta semplicemente a compiere 'le buone azioni', ma 'ad avere occhi per vedere' la situazione nella quale viviamo con l'attenzione di chi si sente coinvolto nella vicenda degli altri e perciò si assume la responsabilità di organizzare insieme ad altri (l'oste) il proprio contributo tenendo conto dei propri impegni (quando tornerò), delle proprie possibilità (i denari dati all'oste), delle opportunità esistenti (l'ospizio). E' l'esperienza, intesa nel suo senso più ampio e più nobile, della politica, l'attività con cui si elaborano dei progetti di intervento sulla realtà della vita sociale e ci si impegna per attuarli.
- i cristiani e la politica
La parrocchia, considerata come ente di cui si fa portavoce la gerarchia, ha avuto con la politica un rapporto mutevole nel corso del tempo e comunque - e non potrebbe essere altrimenti - influenzato dal particolare contesto politico-ideologico. Se nei periodi di assenza di contrasti ideologici (un certo periodo della stagione fascista, il periodo attuale) la parrocchia ha preso le distanze quasi disinteressandosi del 'politico' (l'organizzazione dei cosidetti corsi di formazione politica si accompagna tranquillamente al pratico disinteresse per ciò che accade nei singoli 'palazzi'), l'interesse si è invece ravvivato in quelli in cui tali contrasti crescevano di intensità. La parrocchia (come ente) sembra dunque condividere la visione della politica che abita nelle teste di molti cristiani: più scontro ideologico che valutazione di proposte amministrative. Per quanto riguarda Nosedole, lo stanno a dimostrare non solo i repentini e intensi sbalzi di pressione innescati dal ricordo di passate vicende, quanto la nessuna eco suscitata dall'iniziativa del Parroco di frequentare le sedute del Consiglio comunale o qualche riunione con gli amministratori comunali tenuta nella sala civica del paese.
E' anche interessante vedere il rovescio del rapporto precedente, cioè quello tra l'ente pubblico che gestisce l'amministrazione locale (il Comune) da una parte e i cristiani e l'ente locale che li rappresenta, dall'altra. E' sorprendente constatare che per i nostri amministratori tale rapporto sembra sostanzialmente non esistere: ne è prova l'insistenza con la quale si è dovuta ribadire l'opportunità che la parrocchia venisse informata della data e dell'ordine del giorno dei Consigli comunali (ottenendo però solo che la comunicazione venisse inviata al richiedente e non a tutte le parrocchie!).
Ancora, c'è voluta una legge regionale (di chiaro sapore elettoralistico) perché il nostro Comune (ma certo non è il solo) si accorgesse (se se ne è accorto) che i caratteri artistici e storici delle nostre chiese sono beni del territorio da tutelare anche con i fondi pubblici. Il confronto con l'elaborazione culturale (specialmente TV e giornali)
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Il confronto con altre esperienze religiose è uno dei problemi nuovi con i quali si è dovuta confrontare la nostra comunità cristiana. Non che prima non si avesse conoscenza dell'esistenza di altri modi di vivere l'esperienza religiosa, ma di essi si parlava solo sul piano astratto del ragionamento, non su quello dell'esperienza. Oggi, invece, vivono tra noi dei Musulmani, dei Testimoni di Geova, degli Evangelici usciti (anche recentemente) dalle file cattoliche. In particolare è massiccia la predicazione dei Testimoni di Geova e la diffusione del loro materiale propagandistico. Di fronte a questa situazione, dire che la nostra comunità parrocchiale è impreparata è dire poco; meglio sarebbe dire che stà subendo la situazione in modo traumatico. Ci si trova infatti di fronte a dei 'diversi' contro i quali non si sa come reagire.
Con i Testimoni è facile cadere in una troppo facile ironia (i Testimoni di Genova, ecc.), in reazioni imbarazzate (li si stà pazientemente ad ascoltare senza essere capaci di interlocquire e senza sapere come liberarsene e non essere maleducati) o in atteggiamenti non precisamente civili (gli si sbatte la porta in faccia). Con i Musulmani il problema è meno vistoso perché sono in numero troppo esiguo per diventare attori sociali sul piano religioso o per far proselitismo (anche se anch'essi ci disorientano per l'impegno che mettono nel vivere la religione, per la provocatorietà di certe domande: "Ma voi pagate per andare in chiesa?"). Quanto agli Evangelici, più discreti degli altri e nonostante ciò più aggressivi, mette a disagio quell'atteggiamento di superiorità (in materia di testimonianza religiosa) che spesso li contraddistingue.
Nonostante tutto questo, a ben pochi parrocchiani viene in mente di reagire nel modo più semplice ed ovvio: cioè nel prendere atto che siamo religiosamente analfabeti e che dobbiamo cominciare una lavoro di ricostruzione della nostra coscienza di fede.
Un ultimo dato sul quale riflettere riguarda l'ambito ampio ed indistinto di quelle forme di religiosità che non si richiamano a nessuna istituzione religiosa (stregoneria, occultismo, spiritismo, superstizione) o a nessuna di quelle conosciute (il fenomeno delle sette). Alcune delle prime costituiscono fenomeni antichi e conosciuti (superstizione, occultismo, spiritismo), qua e là, poco (occultismo) o tanto (superstizione), emergenti anche da noi, altri sono relativamente nuovi e da noi, per quanto se ne sa, sconosciuti.
Sono comunque fenomeni che stanno a dimostrare l'incidenza assai relativa della nostra catechesi, sia per il molto che si fa con la prima gioventù che per il pochissimo che si fa con gli adulti. Sono comunque fenomeni assai preoccupanti, per quella deformazione che introducono nella vita cristiana, che molti ritengono di poter conciliare con tali pratiche, e che è all'origine di quegli esiti aberranti riportati recentemente anche dai nostri giornali (S. Benedetto: messe nere e pedofilia).
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Il patrimonio della parrocchia, le risorse economiche e il loro uso
Il patrimonio è costituito di: Terreni. La dotazione fondiaria della parrocchia di Nosedole venne costituita, assai probabilmente, fin dal momento della sua costituzione. Furono i monaci di san Benedetto in Polirone che ritagliarono dai loro possedimenti una parte destinata stabilmente al servizio del culto e al sostentamento dei ministri. All'origine questa dotazione era più consistente di oggi: oltre al terreno circostante la chiesa parrocchiale che comprendeva anche il terreno oggi di proprietà Boscaini, quello delle ex scuole elementari e del monumento, si aggiungevano altri appezzamenti dispersi sul territorio. Questi ultimi, ceduti in enfiteusi, vennero definitivamente perduti il secolo scorso.
Attualmente il terreno di proprietà della parrocchia è in parte occupato da un campo sportivo di improbabile utilizzazione e da un'area ancora utilizzata per la produzione agricola. Il rischio, specialmente per quanto riguarda la prima, è che diventi un'area di tutti per quanto riguarda la fruizione, e di nessuno per quanto riguardo la sua tutela.
Sarà dunque necessario riflettere sul modo migliore di utilizzarla (e di tutelarla) in funzione delle finalità che la comunità cristiana di Nosedole si propone di realizzare.
Edifici. Si tratta innanzitutto della chiesa parrocchiale cui è unita la canonica e una ulteriore casetta destinata ad ospitare il personale di servizio alla parrocchia (in passato i curati, poi il sagrista, poi una collaboratrice domestica, ora nessuno).
La chiesa risale al 1746-7 allorchè venne completamente ricostruita. Il campanile fu invece costruito in un anno imprecisato del secolo precedente e sopraelevato dopo la ricostruzione della chiesa. Anche la canonica venne costruita in più riprese.
I principali problemi da affrontare, oltre alla gestione della manutenzione e alla custodia, sono costituiti:
* dall'opportunità di isolare il tetto della chiesa e rifare il manto di copertura
* dalla necessità di rifare gli intonaci esterni, le scale e alcuni solai interni del campanile
* dalla necessità di mettere a norma l'impianto elettrico
* dall'opportunità di modificare l'impianto di riscaldamento
* dalla necessità di decidere come utilizzare la casa della Lucia e, se non ci sarà un parroco residente, la canonica ?
Oggetti. Si può distinguere tra:
quelli di particolare utilità per la vita della parrocchia: libri liturgici, paramenti, biancheria, arredo liturgico, arredo della canonica. La dotazione è complessivamente adeguata alle necessità anche se qua e là manifesta gli acciacchi della vecchiaia: alcuni paramenti sono già stati rappezzati troppe volte e ormai non tengono più (è però già stata accantonata una somma di un paio di milioni con la quale si vorrebbe acquisirne uno di colore bianco); le stampe della Via Crucis rischiano di scomparire nella pancia dei parassiti. In canonica bisognerebbe finire di sostituire i serramenti. Bisognerebbe predisporre un bracere decoroso per il rito del Sabato Santo.
e quelli di particolare pregio: tra questi oltre al quadro recentemente restaurato (e di cui bisognerebbe apprestare una adeguata illuminazione) e la portellina del tabernacolo dell'altare della Madonna, c'è l'argenteria e un piccolo tesoretto di oggetti preziosi a suo tempo donati dai fedeli. In genere il problema di questa parte del patrimonio è quello della manutenzione e della tutela contro i danni (anche da parte dei pii fedeli!: es. le scritte sui banchi) e i furti. Tempo addietro la Soprintendenza ai beni artistici e storici ha compiuto una schedatura degli oggetti che ha ritenuto di particolare significato artistico e storico e, quando saranno pronte, invierà in Parrocchia le schede relative. Resta comunque opportuno che si rediga un inventario di tutti i beni mobili in modo da facilitare le consegne e l'assunzione di responsabilità di tutti coloro che hanno a che fare con il patrimonio parrocchiale.
Le risorse economiche annualmente a disposizione provengono dall'ordinario contributo dei fedeli, da particolari iniziative organizzate da questi ultimi e da fonti di tipo straordinario, quando ci sono (Enti pubblici, C.E.I, Aziende). I due specchietti seguenti mostrano l'entità delle risorse economiche di cui la parrocchia ha disposto in questi ultimi anni e il confronto con quelle di alcune parrocchie del territorio.

Andamento entrate parrocchiali dal 1992 al 1998
1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998*
Tot. entrate(mil.) 41,5 35,8 47,4 30,3 64,2 52,9 37,4

* ad oggi 12 novembre

Offerte a Nosedole e in parrocchie vicine, in rapporto alla entità della popolazione
1997* Nosedole
Offerte (mil.) 53 10 55 105 38
Abitanti 400 390 1200 1550 1750
Off. x abitanti 132.500 25.650 45.800 67.750 21.700

* quest'anno, pur con un totale al 12 novembre di 37,4 milioni l'offerte per abitante è di Lire 93.500

Essi permettono di evidenziare innanzitutto, e stando ai dati disponibili, la generosità considerevolmente maggiore dei parrocchiani di Nosedole rispetto a quella dei parrocchiani delle altre parrocchie considerate. In secondo luogo la consistente variabilità dell'ammontare complessivo delle offerte, segno che esse sono notevolmente condizionate da fattori che non sembra qui possibile identificare e che comunque fanno pensare che l'offerta alla parrocchia sia più il frutto di un 'moto del cuore' che di una cosciente considerazione delle necessità, qualunque esse siano.
Quanto all'Impiego delle risorse si possono distinguere le esigenze ordinarie, gli interventi straordinari e, se prendiamo sul serio il Vangelo, gli investimenti caritativi. Quanto alle prime, potrebbe essere interessante sapere quanto è necessario per 'far funzionare' una parrocchia come la nostra. Fino ad oggi, ma tenendo presente che le cose cambiano notevolmente a seconda che vi sia un parroco residente o meno, questa cifra, tenendo conto di un minimo di manutenzione ed escludendo interventi di restauro, si aggira attorno ai 15/20 milioni.
Le cose cambiano considerevolmente quando si considerino gli interventi straordinari. La chiesa non è un edificio come gli altri: le dimensioni, il tipo di utilizzazione, la necessità di tener conto della sua storia, della sensibilità dei fedeli, l'essere sottoposta a specifici vincoli di legge, la necessità di confrontarsi col giudizio degli organi diocesani di tutela, pongono problemi del tutto particolari che concorrono a far lievitare l'onere degli interventi, cui si aggiunge, per una parrocchia come la nostra la necessità di dilazionare nel tempo le spese da sostenere. E' già stato accennato sopra quali siano gli interventi da affrontare; quanto alla loro quantificazione non si va certo errati se la si valuta approssimativamente nell'ordine di 100-150 milioni.
Agli interventi caritativi si è destinata una parte consistente delle risorse, come si può vedere dallo specchietto seguente:

Ripartizione interventi caritativi per anno e per tipo
1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998*
Tot. Entrate (mil.) 41,5 35,8 47,4 30,3 64,2 52,9 37,4
Tot. Int. Caritativi 1,5 3,8 6,3 4,9 3,2 6,5 5,7
I.C. istituzionali
I.C. d'emergenza
I.C. parrocchiali
* A tutto il 12 novembre


Considerazioni conclusive. Quale valutazione complessiva dare della situazione econmica ?
Premesso che la regola fondamentale che muove il conferimento di risorse economiche alla parrocchia è quella della decisione libera, gratuita e personale a fronte della quale, qualunque ne sia il risultato, non si possono che nutrire sentimenti di riconoscenza, bisogna anche considerare che il fatto che un dono sia libero, gratuito e personale non comporta automaticamente che esso possa trascurare la dimensione oggettiva dei problemi amministrativi.
In termini più concreti: il fatto che le risorse economiche complessivamente raccolte a Nosedole sia significativamente superiore alla media di ciò che si raccoglie altrove, non significa automaticamente che quelle stesse risorse siano adeguate a fronteggiare gli oneri che la parrocchia si trova ad affrontare per poter assicurare quei servizi che da essa ci si aspetta, la cura conveniente per la conservazione del patrimonio e l'assolvimento di quei doveri che su di essa gravano in forza delle disposizioni di legge.
Da questo punto di vista, e tenuto conto di quanto si dovrebbe fare per assicurare almeno la conservazione e la funzionalità dell'esistente, bisogna prendere atto che anche la nostra comunità cristiana non non solo non riesce a provvedere quanto sarebbe necessario, ma nemmeno ha coscienza delle sue proporzioni.
Si potrebbe pensare che le modeste dimensioni della comunità di Nosedole non permettano di fare di più. Se questo fosse vero, bisognerebbe allora avere il coraggio di tirarne le conseguenze e non pretendere di vivere al di sopra delle nostre possibilità.
Ma è possibile che le cose stiano diversamente: l'esperienza porta infatti a pensare che siano pochi i parrocchiani che pensano con serietà a questo problema e si comportano conseguentemente. E' possibile, per dirla chiaramente, che mentre alla parrocchia in un modo o nell'altro ricorrono tutti, essa stia in piedi con il contributo di pochi; la maggior parte verrebbe dunque a mangiare, qualche volta con la puzza sotto il naso, una pappa pagata e preparata da altri.
Bisogna pertanto sfatare definitivamente la leggenda delle tesi sulla ricchezza della Chiesa. A fronte di tali sparate, buone più per avallare - a poco prezzo e a spese dell'altrui dignità - intenti propagandistici di fazione che per rispecchiare la realtà, stà la documentata povertà che ha accompagnato la vita di molti sacerdoti (anche a Nosedole!) e i salti mortali che hanno dovuto affrontare per far fronte ai bisogni delle loro chiese e delle loro comunità (anche a Nosedole!); stà inoltre anche l'impegno di alcuni che, magari irrisi dalla maggior parte con le qualifiche di 'sacrestani' o 'suore' o 'pretini', si sono prestati con buona volontà e sacrificio per svolgere servizi utili a tutti gli altri (pulizia della chiesa, catechismo, tombola, ecc.). Se in questo stà non una disgrazia, ma il vanto dell'esperienza delle nostre parrocchie, è altrettanto vero che chiunque se ne rende conto, non può che sentire il dovere di valutare anche questo aspetto del vivere cristiano con la necessaria serietà. Il tutto in perfetta libertà, rispondendo solamente alla logica dei fattie della coscienza.
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