CONSIDERAZIONI
Il giorno dopo le visite al C.O.F.A ed al 5° Stormo

La giornata del 5 giugno ha portato la comitiva del Club a visitare, essere ospite, di due realtà importanti, differenti, complementari dell’Aeronautica Militare: il Quartier Generale del C.O.F.A. ed il 5° Stormo.
Trattasi della mente e del braccio, non me ne vogliano quelli del 5° Stormo ed in particolare i componenti del 23° Gruppo, che sovraintendono alla sicurezza dei cieli italiani. Da una parte strutture aggiornatissime deputate a seguire, minuto per minuto, la navigazione di qualsiasi aeromobile interessante il nostro spazio aereo nazionale, dall’altra i mezzi più idonei a far rispettare la sovranità nazionale e a garantire la sicurezza delle rotte aeree.
Cosa dire della struttura di Poggio Renatico, un realtà immersa nell’ovattata campagna ferrarese tra i fiumi Po e Reno dove certo non sono di casa il rombo ed il sibilo dei jets, ma dove fa bella mostra di sé l’insegna dell’Aeronautica Militare Italiana?
Nella sala controllo il fruscio delle ventole di raffreddamento dei computers fa da sfondo al ticchettio delle tastiere strumento, attraverso il quale gli specialisti interrogano ogni traccia sullo schermo e ne traggono le necessarie, consequenziali decisioni.
Una visita durante la quale i nostri ciceroni, cordialissimi, corretti sia nei nostri confronti, ma soprattutto nei riguardi delle disposizioni di riservatezza che guidano la loro attività quotidiana, ci hanno illuminato su questo aspetto, per la nazione, decisamente particolare eppure tanto importante che li vede protagonisti.
Un grazie di cuore ed un arrivederci.

Il 23° Gruppo del 5° Stormo un “dejà vu”! No, una sempre nuova emozione condita con l’affabilità di tutti i suoi componenti, mi tocca menzionare quella del Comandante Ten. Col. Gabetta soltanto perché lo stesso lascerà fra poche ore il comando per altra destinazione. Auguri.
La serata, meglio il pomeriggio e la serata.
L’attesa dei voli notturni non pesa; il rivedere strutture note ed ormai familiari non stanca; a cosa e dovuto tutto ciò?
La risposta è una: al 23° ci si sente tra amici anche se i volti di tanto in tanto cambiano, è il 23° che non cambia.
Così i preparativi quelli veri, quelli del “risotto di Giordano”, fanno impallidire le attenzioni dei tecnici e piloti per gli F16, che a loro volta fanno sentire tutta la loro rabbia per essere messi in seconda fila con il fragore delle turbine al massimo della potenza durante le prove motore. Nulla da fare, su tutto e tutti aleggia la magica atmosfera di attesa per ciò che uscirà dai due giganteschi paioli e da quanto vassoi, piatti e bottiglie saranno in grado di contenere.
I piloti destinati ai voli notturni godono degli unici lasciapassare per avvicinarsi, con profitto, agli addetti dei “veri lavori”; poi decolleranno nella speranza che noi comuni mortali con i piedi ben piantati sulla terra, ci ricordiamo di loro. Non li dimentichiamo mai!
Il convivio, preparato dal nulla in breve tempo con attrezzature ufficialmente destinate ad altri utilizzi, ma a questo convertite in un non nulla, è un’esplosione di cordialità, di scambi di idee e di ricordi. Una vera piacevolezza.
Poi i convenevoli, i saluti, è praticamente tutto un arrivederci alla prossima volta.

Testo di Eligio Burul Simat - Foto di Marco Baldini e Gianni Vincenzi